L’esercizio 2015 è stato il primo a prevedere un vantaggio fiscale da Patent Box, vale a dire un regime opzionale di tassazione agevolata dei redditi derivanti dallo sfruttamento di opere d’ingegno, ed i cui benefici dunque si appezzano, soprattutto sul piano della liquidità, dal prossime scadenze fiscali.

Nelle intenzioni del legislatore, che con la legge di stabilità per il 2015 ha previsto il regime Patent Box, emesso poi con DM 30 luglio 2015, del Ministero dello Sviluppo Economico in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, vi è il chiaro scopo di usare la leva del vantaggio fiscale per evitare che imprese italiane portino all’estero il frutto della loro ricerca, e soprattutto per attrarre investimenti di imprese estere, che ancora oggi trovano poco appetibile il mercato italiano viste la complessa burocrazia, anche se in via di semplificazione, ed i tempi ancora eccessivamente lunghi della giustizia economica.

Vediamo nel concreto quali vantaggi propone.

Un imprenditore soggetto a reddito d’impresa, oppure un’impresa estera con stabile organizzazione in Italia, e che ha svolto attività di R&S può optare per il regime di Patent Box, con vincolo di cinque anni rinnovabile, e dunque assoggettare ad una tassazione ridotta la parte di reddito derivante dallo sfruttamento economico dell’opera d’ingegno, risultato dell’attività di R&S appunto.

Dunque il primo passo consiste nel verificare che l’attività di R&S svolta dall’imprenditore abbia prodotto lo sviluppo, il mantenimento o l’accrescimento del valore di un bene immateriale utilizzabile direttamente, oppure in concessione in uso a terzi. Per bene immateriale si intende un software protetto da copyright, un brevetto industriale, un marchio d’impresa, un disegno o modello giuridicamente tutelabile, o infine un know-how aziendale sempre tutelabile giuridicamente.

Identificato il bene immateriale, bisogna individuare il contributo economico che tale sfruttamento ha fornito al reddito generale d’impresa. Questo valore si ottiene riferendosi ai dati contabili predisposti ai fini del bilancio d’esercizio. Si possono utilizzare i metodi di confronto del prezzo, oppure quello di ripartizione del profitto. In pratica bisogna idealmente estrapolare dal reddito generale d’impresa, quello prodotto dal solo bene immateriale, come se ci fosse un ramo d’azienda indipendente all’interno dell’azienda stessa.

Ottenuto questo valore, per ottenere la base imponibile per il calcolo dell’agevolazione, bisogna moltiplicarlo per il rapporto tra i Costi Qualificati ed i Costi Complessivi, rispettivamente quelli di R&S direttamente riferibili al bene, e tutti quelli complessivamente sostenuti per esso, quindi ai primi si aggiungono, tra l’altro, il costo di acquisizione o costruzione del bene in fase di sviluppo del brevetto.

La base imponibile per il calcolo dell’agevolazione sarà:

(Costi Qualificati / Costi Generali) x Reddito prodotto dal bene = Reddito agevolabile

Su questo reddito, il vantaggio fiscale sarà una riduzione delle imposte del 30% sul 2015, 40% sul 2016 e 50% dal 2017 in poi.

L’esercizio dell’opzione per il 2016 si comunica ancora preventivamente all’Agenzia delle Entrate, mentre dal 2017 in poi si comunicherà con la dichiarazione dei redditi, quindi Unico 2018.

La Consulenza Direzionale