Gestire un’azienda è una sfida che, ogni giorno, presenta rischi e difficoltà. La vita di un’impresa può essere messa in discussione dal sopraggiungere di una vera e propria crisi, in grado di minare alle fondamenta le condizioni di operatività, rendendo i processi sempre più difficili. Una crisi aziendale può avere diverse origini, non necessariamente legate all’aspetto economico o a quello finanziario, anche se questi due elementi rappresentano la percentuale più elevata di rischio per un’attività d’impresa.
Una crisi economica può avere origine quando il valore della produzione non è in grado di remunerare il complesso dei fattori produttivi, incluso il capitale di rischio. In sostanza, si determina quando l’azienda consegue risultati economici negativi. L’aspetto finanziario, invece, incide negativamente quando in particolare il magazzino e i crediti non consentono di generare liquidità sufficiente per rispettare le scadenze del passivo.
Accanto a questi due elementi, inoltre, possono contribuire a rendere critica la vita di un’azienda anche altri numerosi fattori: carenze organizzative, investimenti sbagliati, marketing poco efficace. Senza trascurare le variabili esterne: dalla caduta dei prezzi a un aumento delle materie prime, fino al decadimento del prodotto.
Arriva, perciò, il momento di affidarsi a un consulente direzionale in grado di definire un piano di ristrutturazione aziendale, finalizzato a risanare e rilanciare le attività di business e a rimettere in sesto l’equilibrio economico e finanziario necessario per consolidare la propria esistenza sul mercato.
Il piano di ristrutturazione diventa quindi un passaggio fondamentale per la sopravvivenza e l’evoluzione stessa dell’azienda. Deve perciò essere fondato su elementi di analisi profonda dell’azienda, quali: la struttura organizzativa; l’impianto contabile; i servizi e/o i prodotti che fornisce e il mercato di riferimento; le procedure di controllo adottate; i dati storici rilevanti; le motivazioni interne ed esterne che hanno portato alla crisi.