La crisi di liquidità che vivono le imprese italiane ormai dura da anni, e costringe gli imprenditori a veri e propri salti mortali per assolvere a tutti i periodici obblighi tributari e contributivi. Inoltre, le banche sono sempre più severe nel concedere credito ad imprese che non sono in regola con tali obblighi, contribuendo ad innescare un meccanismo negativo che finisce con l’alimentarsi da solo. Un’importante alternativa al far ricorso alle disponibilità liquide, è quella di utilizzare in compensazione i crediti d’imposta che provengono dall’esercizio precedente. Tale utilizzo, tuttavia, comporta l’obbligo da parte del professionista che presta la sua consulenza all’impresa, o al lavoratore autonomo, del rilascio del Visto di Conformità, quale riscontro della rispondenza tra la dichiarazione riportante il credito e la documentazione contabile che la genera. La legge n.147 del 2013, all’art.1, comma 574, ha esteso l’obbligo di apposizione, del Visto di Conformità, alle compensazioni dei crediti derivanti da imposte sul reddito, relative addizionali, ritenute alla fonte ed Irap, laddove gli importi a credito per singola imposta, come in precedenza già previsto per l’Iva, siano superiori a 15mila euro annui, e comunque utilizzati per importi superiori a questo limite.

Il Professionista che volesse apporre tale Visto, deve chiaramente avere tutti i requisiti personali e morali, nonché avere una polizza assicurativa che comprenda specificamente l’apposizione del Visto, e che abbia un massimale adeguato al numero di clienti seguiti, e comunque non inferiore ad € 1.032.913,80. Inoltre deve preventivamente comunicare all’Agenzia delle Entrate di voler apporre tale Visto. Laddove le scritture contabili fossero tenute da un Professionista che non può apporre il Visto di Conformità, rimane comunque al contribuente la possibilità di rivolgersi ad altro Professionista idoneo, fermo restando l’obbligo di questi di operare tutti i controlli del caso. Molto più ampia, al contrario, può risultare la platea di contribuenti che necessitano del Visto, dato che è facile trovarsi in questa situazione se si proviene da un esercizio in perdita, oppure, come nel caso di una Start-Up che ha sostenuto importanti investimenti in fase di avvio, perché per tale realizzazione si è interamente accollata l’Iva sugli acquisti, quindi a credito, e mai coperta dalla finanza agevolata, che chiaramente finanzia solo l’imponibile. La gestione della liquidità è sempre molto difficile, maggiormente in questo periodo storico, e comporta anche la necessaria conoscenza di tutti i diritti, ed obblighi conseguenti.

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